mercoledì 30 ottobre 2013

Recensione After Earth: Il pericolo è molto reale ma la paura è una scelta

“Il pericolo è molto reale ma la paura è una scelta”


E’ in questa frase che il generale Cypher Raige (Will Smith) dice al figlio Kitai (Jaden Smith), il tema centrale di questo controverso e a nostro avviso eccessivamente criticato film di M. Night Shyamalan.

Un mix tra space opera e scenari post apocalittici, con atmosfere tra Hunger Games ed Avatar. Gli umani, fuggiti alla Terra ormai inabitabile ed ostile, approdano in un pianeta i cui abitanti gli riservano una pessima accoglienza, creando esseri in grado di  percepire la paura degli umani usandola per distruggerli.

Smith padre è un valoroso generale, noto per la sua capacità di alienare da sé la  paura, che decide di intraprendere una missione soprattutto per recuperare il rapporto con il figlio Kitai (Jaden) compromesso dalla scomparsa della figlia / sorella.
Durante il viaggio, a causa di una tempesta di asteroidi sono costretti ad un atterraggio di emergenza sull'ormai disabitata ed ostile Terra e per poter lanciare l’allarme, è necessario recuperare un faro segnalatore caduto a 100 km da dove sono atterrati. 
Cyper, bloccato nell'astronave, incarica il figlio di recuperare il faro guidandolo telematicamente e aiutandolo a sconfiggere la paura.

Non un film che resterà alla storia forse, soprattutto perché ricalca molti luoghi comuni (rapporto padre assente / figlio insicuro, sconfitta della paura, terra devastata dall’incuria umana) senza aggiungere nulla di significativo.



Ma per le atmosfere, l’ottima regia e l’interpretazione dei protagonisti, è sicuramente consigliato agli amanti dello scifi.

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