Vi propongo le mie considerazioni sull’ebook di ALFONSO ARTONE intitolato “Mondo senza tempo: il segreto del prescelto”, un romanzo di fantascienza forse più adatto a dei ragazzi giovani che conoscono le moderne tecnologie e i termini inglesi piuttosto che a una vecchia signora quale io sono. Tuttavia devo ammettere che la storia mi è piaciuta, intanto perché nonostante la non più verde età ancora sono capace di volare con la fantasia, e poi perché è ambientata in Italia, in un luogo ben preciso, Scauri e dintorni, posti che evidentemente l’autore ama moltissimo, e con dei protagonisti che portano nomi italiani facili da rammentare… e da non confondere come a volte mi accade coi romanzi di autori stranieri. Anzi devo confessare che sono andata a cercare sull’atlante geografico i luoghi che Artone nomina e che non conoscevo ritrovandoli con molto piacere sulla cartina, ho fatto una ricerca anche su internet per recuperare delle immagini… e mi è venuta persino voglia di farci una puntatina come turista…
Da ragazza ho letto diversi libri di fantascienza, il mio fidanzato, e poi marito, ne era appassionato e mi aveva trasmesso la sua passione. In seguito mi sono orientata verso generi diversi, e dunque all’inizio ho fatto un po’ di fatica ad entrare nell’ottica del racconto, sebbene l’autore scriva in modo chiaro, scorrevole e accurato. Ma poi la curiosità di scoprire dove saremmo andati a parare, curiosità che Artone è bravo a tener viva, mi ha incitata ad andare avanti, a prender gusto nella lettura ed ad arrivare alla fine con la consapevolezza di aver letto qualcosa di gradevole e particolare.
Non voglio dire troppo sul contenuto per non privare l’eventuale lettore del gusto della sorpresa. Basti dire che l’argomento di fondo, sempre affascinante, è questo: gli alieni sono tra noi? E quando sono arrivati sulla terra? Forse in epoche remotissime per cui tanti degli avvenimenti, antichi e più recenti, della nostra storia sono da attribuire alla loro presenza e alla civiltà estremamente più avanzata della nostra di cui erano portatori? E quale era, ed è, il loro intento? Quello di mescolarsi agli umani per dar vita a una nuova razza ibridata, oppure di sostituirsi a noi per conquistare unici e soli il nostro mondo? Questa teoria salta fuori attraverso le vicende che vivono i due giovani protagonisti, Roberto ed Alfredo, due fratelli ragazzini assai simpatici, figli di uno scienziato che in un tempo futuro riconducibile a fra circa cinquant’anni, permette loro di intraprendere un viaggio nel tempo, tramite una sofisticata macchina, che li porterà a percorrere varie epoche della nostra storia alla ricerca di notizie e di “qualcosa” che dovrebbe servire a salvare il mondo (e non posso dire di più), con le inevitabili complicazioni che ogni viaggio nel tempo porta con sé, in un continuo andirivieni tra il tempo passato e quello presente e con le imprevedibili sorprese finali quando si giunge alle spiegazioni che tuttavia lasciano la porta aperta a dubbi o magari a futuri sviluppi.
Si intravede dietro il lavoro di Artone, ovviamente di fantasia, un grosso lavoro di ricerca geografica, storica e scientifica, che spazia dalla chimica all’astronomia passando attraverso le antiche lingue. E già questo aspetto dà valore al romanzo che è una lettura adatta soprattutto agli estimatori del genere.
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